Nuovi alberi in Burkina Faso grazie al progetto Bambini Nel Deserto

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15/16/17 OTTOBRE 2021

Nuovi alberi in Burkina Faso grazie al progetto Bambini Nel Deserto

Alla Fiera Internazionale Fuoristrada per ogni donazione a fronte di  un tagliere di legno,  Bambini Nel Deserto pianterà un albero in Burkina Faso.

Frutto di un progetto italiano di integrazione per ragazzi stranieri e italiani dei servizi sociali con il supporto di Bambini nel Deserto (BnD), l’iniziativa dell’Organizzazione Umanitaria ospite della F.I.F. alla prima edizione della Fiera Internazionale Fuoristrada di ottobre prossimo, propone dei taglieri in legno speciali.

Il progetto FoSaM (Formazione Salvaguardia della Montagna) tenutosi al Mugello ha formato un gruppo di ragazzi stranieri ed italiani che durante il corso hanno conseguito il certificato per intaglio di alberi ad alto e medio fusto. Dalla legna ricavata sono stati realizzati dei prodotti artigianali di uso comune: dei taglieri di diverse dimensioni prodotti a mo’ di puzzle, utilizzando legni pregiati come noce italiano, olmo, ciliegio, castagno e abete douglas.

In occasione della prima Fiera Internazionale Fuoristrada, in calendario dal 15 al 17 ottobre prossimo, BnD sarà ospitata dalla F.I.F. nell’Aerea Expo di Viareggio, per incontrare il pubblico di curiosi, raccogliere adesioni e proporre in vendita i taglieri che potranno venire personalizzati a laser al momento incidendo il logo del brand automobilistico del cuore: per ogni donazione a fronte di un tagliere, BnD si impegna a piantare un nuovo albero in Burkina Faso rispettando la stagionalità del territorio e dunque tra giugno e settembre  2022, prima della stagione delle piogge.

 

Il Burkina Faso, fino al 1984 Alto Volta, è uno Stato indipendente dell’Africa occidentale privo di sbocchi sul mare.

Ha una superficie di 274200 km² e confina con il Mali a nord, il Niger a est, il Benin a sud-est, il Togo e il Ghana a sud e la Costa d’Avorio a sud-ovest.

La sua capitale è Ouagadougou e la sua forma di governo è una repubblica semipresidenziale il cui capo dello Stato, eletto ogni cinque anni, è anche responsabile dell’esecutivo. I suoi abitanti si chiamano burkinabé[6], in italiano termine invariato in genere e numero. La popolazione totale stimata al 2020 dal World Factbook della CIA è di poco inferiore ai 21 milioni di abitanti[1], dato non certo poiché il più recente censimento nel Paese è quello del 2006.

Ex colonia francese fino al 1960, in tale anno ottenne l’indipendenza assumendo il nome di Alto Volta, dal nome dell’omonimo fiume il cui corso superiore attraversa il Paese. Il 2 agosto 1984 l’allora presidente Thomas Sankara cambiò il nome dell’Alto Volta in Burkina Faso che significa

“la terra degli uomini integri” in more e in bambara, parlate rispettivamente dall’etnia mossi e dall’etnia dioula che vivono nel Paese. Il decreto presidenziale venne confermato dall’Assemblea Nazionale due giorni dopo.

Seguendo le sorti di altri Paesi africani decolonizzati, il Burkina Faso è stato caratterizzato per buona parte della sua storia indipendente da vari colpi di Stato e dittature esplicite o de facto: un primo rovesciamento di regime si ebbe nel 1966 cui fece seguito un periodo dittatoriale fino al 1978; un secondo avvenne nel 1980 con un governo poi esautorato nel 1980;

ad essi fece seguito il governo di impronta socialista e terzomondista di Thomas Sankara che fu ucciso da un avversario politico che tenne il potere dal 1987 al 2014; da tale data il Burkina Faso è guidato da un presidente e un primo ministro civile e i militari non sono più al governo diretto del Paese.

La lingua ufficiale del Burkina Faso è il francese e la sua valuta è il franco CFA dell’UEMOA, moneta condivisa con Paesi della stessa area africana come Benin, Costa d’Avorio, Niger e Senegal.

Fonte: wikipedia.org